Sprofonda la Borsa di Tokyo per le preoccupazioni sui dazi e sulla scia del crollo di Wall Street. L’indice Nikkei è in forte calo: dopo l’apertura in negativo, nelle prime contrattazioni cede il 5,0%, dopo il rimbalzo fino al 9,1% di ieri seguito all’annuncio della sospensione per 90 giorni dei dazi in molti Paesi decisa dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump
Singapore contesta il dazio del 10% imposto dagli USA
Il Primo Ministro di Singapore, Lawrence Wong, ha risposto in Parlamento l’8 aprile alla decisione dell’amministrazione Trump di includere Singapore — a partire dal 2 aprile — tra i Paesi colpiti da un nuovo dazio del 10% su alcune importazioni, con l’obiettivo dichiarato di correggere il deficit commerciale degli Stati Uniti.
Wong ha spiegato che questi dazi non dovrebbero applicarsi a Singapore. Se infatti l’amministrazione Trump intende penalizzare con dazi i Paesi che hanno un surplus commerciale verso gli Stati Uniti — cioè quei Paesi da cui gli Stati Uniti importano più beni e servizi di quanti ne esportino — allora nel caso di Singapore il dazio dovrebbe essere pari a zero. Al contrario, Singapore registra un avanzo commerciale verso gli USA: esporta negli Stati Uniti più beni e servizi (come tecnologia, consulenza e servizi finanziari) di quanti ne importi. La misura adottata da Washington ha sorpreso Singapore anche perché contraddice lo spirito dell’Accordo di libero scambio siglato tra Stati Uniti e Singapore nel 2004, che prevede l’assenza di dazi doganali tra i due Paesi.
A difesa dei rapporti economici tra Washington e Singapore è intervenuta anche Elisa Wallis, presidente della Camera di Commercio Americana a Singapore, che in una dichiarazione alla stampa ha ricordato come, in questi vent’anni, i due Paesi abbiano costruito una solida relazione commerciale proprio grazie all’accordo di libero scambio
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