Editoria scolastica: il business che penalizza le famiglie

Ogni anno rimane la spesa più onerosa che una famiglia deve affrontare per la scuola, sì, parliamo del costo dell’editoria dei libri di testo. Al di là dei rincari dell’inflazione e ai costi della carta, il vero ostacolo è rappresentato dal sistema di ricambio dei testi scolastici, un meccanismo che lascia tutti con molti interrogativi sulla sostenibilità economica dell’istruzione.

L’obbligo di cambiare: un costo nascosto

Il problema non è tanto l’aumento del prezzo del singolo libro, quanto la frequenza con cui vengono sostituiti o rieditati dalle case editrici. Sebbene il ministero dell’istruzione preveda un certo numero di anni in cui un testo può essere usato, nella pratica, questa regola viene aggirata attraverso lievi modifiche. Le modifiche infatti, anche se talvolta minime, sono sufficienti per giustificare l’uscita della “nuova edizione” che rende obsoleta la precedente, anche se, il contenuto didattico rimane invariato.

Alla motivazione del nuovo acquisto, si può aggiungere l’adozione del “misto”, ovvero, la tendenza ad adottare kit composti da libro cartaceo più espansioni digitali accessibili tramite codici. Questi codici, spesso sono monouso, quindi legati all’acquisto del nuovo, rendendo la versione precedente incompleta.

La conseguenza dell’editoria sulle famiglie e sulla sostenibilità

Il ricambio editoriale forzato si traduce in un danno economico familiare ma anche ambientale. L’acquisto di libri di seconda mano ormai è del tutto crollata, e persa così la possibilità del 25-50% di risparmio garantito nei mercatini o nelle piattaforme di scambio. Se poi parliamo anche di impatto ambientale, tutto questo genera un notevole spreco di risorse, in netta controtendenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Cosa possiamo fare?

Le associazioni dei consumatori e studentesche chiedono da tempo un intervento istituzionale che non arriva. Basterebbe una maggiore trasparenza con un controllo maggiore per evitare che le nuove edizioni siano semplici operazioni di marketing; un incentivo reale al digitale aggiuntivo slegandolo dal codice per permetterne l’acquisto del solo componente e, infine, un sostegno reale di aumento dei fondi per il diritto allo studio e per le cedole librarie.

Finché la logica di mercato prevarrà sulla necessità educativa, continueranno ad esserci dei fardelli insostenibili, trasformando così, l’inizio della scuola, in una crisi di bilancio per molte famiglie.

Margherita Pellegrino

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